Dopo il burn-out: verso la progettazione di nuove "infrastruttura di cura"
DOI:
https://doi.org/10.17454/ARDETH08.07Keywords:
infrastructure of livability, role of architect, schoolAbstract
La pandemia ci ha obbligato a ripensare gran parte delle categorie e delle competenze attraverso le quali siamo abituati a pensare alla professione dell’architetto e al progetto di architettura. L’idea che la città debba diventare uno “spazio immunitario” sembra farsi strada con enfasi crescente portando con sé spesso riflessioni, soluzioni e definizioni di progetto e società riduttive. La nostra idea invece è che questo sia il momento per affermare una rinnovata dimensione pubblica del ruolo dell’architetto e del progetto stesso, tornando ad occuparsi delle “infrastrutture pubbliche di cura, di sostegno alla vita” utili per definire e rispondere alla complessità della nostra contemporaneità. E’ nostra convinzione che la prima “infrastruttura di cura” da cui ripartire sia la scuola. Un’ occasione per affermare un progetto radicale, critico e di resistenza, in grado di ridefinire il senso di cura e di socialità e valle di un periodo di negazione dell'altro.
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